Parco nazionale dell'Alta Murgia
Nel 2004 si decise di istituire in quell'ampia parte di territorio pugliese che dalla costa dell'Adriatico risale sino ai monti dell'Appennino lucano un parco al fine di salvaguardare l'ultima parte di prateria mediterranea con la sua flora e la sua fauna.
Fu individuata una superficie di circa 680 kmq in cui la morfologia e l'habitat rispondeva ai criteri della ecoregione globale 123,denominata anche steppa mediterranea. Il nome stesso steppa evoca le immense aree continentali caratterizzate dall'assenza di alberi, e dalla presenza di formazioni vegetali cespugliose, che si trovano lontano dal mare, tuttavia nell'area mediterranea prospiciente il mare come sull'altopiano delle Murgia, la prateria si è formata anche c come risultato della secolare destinazione a pascolo del territorio. Lungo i tratturi dell'Alta Murgia le popolazioni italiche delle montagne portavano a svernare le greggi già nell'età del bronzo.
L'area è ricadente in 13 comuni - Altamura, Andria, Bitonto, Cassano Murge, Corato, Gravina in Puglia, Grumo Appula, Minervino Murge, Poggiorsini, Ruvo di Puglia, Santeramo in Colle, Spinazzola e Toritto – delle provincie di Bari e BAT.
All'interno del parco sono state individuate tre zone con diverso valore naturalistico, paesaggistico e storico-culturale e per questo sottoposte a diverso regime di tutela e protezione:
zona 1) di rilevante interesse naturalistico,paesaggistico e storico-culturale, caratterizzata da prevalente paesaggio “steppico” e rupicolo;
zona 2) di valore naturalistico, paesaggistico e storico culturale, caratterizzata da prevalente paesaggio agricolo;
zona 3) di connessione ecologica e di promozione di attività economiche compatibili con le finalità del parco.
Il paesaggio è caratterizzato dalle gravine, le profonde incisione che lo scorrere delle acque provoca nei terreni calcarei che costituiscono la maggior parte della conformazione geologica del territorio dell'Alta Murgia che appare in massima parte collinoso con alture che raggiungono i 600 mt. e con i rilievi più alti che si trovano nella parte nord occidentale dell'altopiano dove la collina detta Torre Disperata raggiunge metri 686 e Monte Caccia 680 metri.
Da non perdere la visita alla dolina
di Altamura, uno degli habitat selvaggi del Parco dove le caratteristiche del terreno rendono difficile l'antropizzazione. Le doline sono formazioni tipiche delle zone carsiche, sono delle depressioni chiuse
La dolina di Altamura è una dolina di crollo, formatesi per il crollo del soffitto di una enorme caverna; è una delle doline più grandi d'Europa con 500 mt. di diametro e 90 mt. di profondità.
La dolina è un piccolo paradiso anche per appassionati di speleologia e principianti infatti se il fondovalle è facilmente raggiungibile percorrendo un sentiero tracciato dagli aniali che fino a pochi anni fa vi erano condotti al pascolo, nella parete nord si aprono molte caverne facilmente ispezionabili.
Solo gli uomini preistorici trovarono in quest'area l'ambiente adatto per la vita perché si rifugiavano nella grande caverna nota come il Pulo di Altamura
. La denominazione pulo
deriva dal termine serbo-crato poljie
che significa campo e veniva usato nei territori carsici per indicare il fondo delle doline dove si poteva seminare. IN questa parte del Murgia si trovano altre tre doline di particolare interesse: il Pulicchio di Gravina, il Pulo di Molfetta e il Pulicchio di Toritto.
Sulla decisione di trasformare l'area in Parco Nazionale influì anche il ritrovamento nel 1999 in una cava del comune di Altamura di migliaia di orme fossili di dinosauro.
La scoperta avvenne in una cava abbandonata in località Pontrelli a circa 4 km da Altamura. Il sito si rivelò più ricco in Europa di impronte risalenti al periodo del Cretaceo, circa 70 milioni di anni fa. Fu una grande scoperta per la paleontologia perché si trattava di migliaia di impronte appartenenti a 5 specie diverse sia di dinosauri erbivori che carnivori.
La spiegazione di come queste tracce si siano formate e siano arrivate sin ad oggi è nel differente ambiente climatico della Murgia nel periodo cretacico; l'habitat era dominato dal clima caldo umido tipico delle aree equatoriali e tutta l'area era una zona acquitrinosa e per questo un luogo frequentato da specie diverse di dinosauri.
Le impronte lasciate nel fango hanno fornito molte informazioni sull'apparato motorio scheletrico, la postura, l'andatura, il comportamento, la velocità e le preferenze ambientali degli animali.
La scoperta di queste orme ha anche proposto una differente geografia della Puglia; se nel Cretacico era una terra abitata dai dinosauri non poteva certamente essere solo un arcipelago di isole grandi e piccole ma probabilmente un'ampia pianura forse anche in continuum con quella che oggi è l'altra sponda dell'Adriatico. Una conferma di questa ipotesi è venuta dal ritrovamento anche nel comune di Bari, di orme di terapode nella zona di Marisabella anche se sono state datate a 80-100 milioni di anni fa, quindi più “vecchie” di quelle di Altamura.
Per andare alla scoperta dei diversi paesaggi, bellezze naturali e tesori storici l'Ente Parco suggerisce 6 diversi itinerari adatti a tutti e con una guida ambientale (ma gli itinerari possono anche essere scoperti senza accompagnatore), mentre per gli escursionisti amanti del biking è possibile noleggiare delle biciclette con cui avventurarsi lungo i tratturi che da secoli attraversano l'Alta Murgia.