Molfetta il Duomo Vecchio e la Cattedrale

G.B.Pacichelli – Stampa della città di Molfetta, 1703

Lungo la costa tra Turenum (Trani) e Natiolum (Giovinazzo) già nel III secolo d.C. era indicata una comunità di pescatori ma è solo nel X secolo che si trovano i primi riferimenti ad una civitas di nome Melfi che era arroccata sulla penisola di Sant'Andrea.
Il villaggio fu prima occupato da bizantini, poi dai Longobardi e spesso assalita dai Saraceni; solo nel 1057 passò sotto i Normanni che ne furono i signori almeno fino alla fine del XIII secolo quando Costanza II ne rivendicò il dominio poi affermato da suo figlio Federico II.

La domus dei Templari

La dominazione Normanna e poi quella Sveva sono quelle che caratterizzano l'architettura del vecchio borgo e che fanno ricordare Molfetta come una Città dei Templari che qui ebbero una loro domus già dalla fine del XII secolo ubicata presso la chiesa di San Nicola. Avere una sede a Molfetta era opportuno per usufruire del porto da cui imbarcare viveri e persone per la Terra Santa.
I templari rimasero a Molfetta sino alla soppressione dell'ordine nel 1312 e solo allora la chiesa di San Nicola fu chiusa. Oggi l'edificio ospita la Sala dei Templari, spazio espositivo e congressuale.

Molfetta – Sala dei Templari

Il Duomo Vecchio

Un altro monumento ricorda i tempi delle Crociate, il Duomo Vecchio o Duomo di San Corrado costruito fra il 1150 ed il 1200 ed è un raffinato esempio di arte romanico-pugliese. E' sicuramente una delle chiese più affascinanti della Puglia dove elementi tipici dei monasteri benedettini si fondono con quelli bizantini, romanici e musulmani ed, soprattutto la sua particolarità è nella navata centrale coperta a cupole, addirittura tre. La sua facciata principale è rivolta verso il mare e completamente spoglia perché fino al 1882 si trovava a picco sul mare.
Il Duomo fu la Chiesa principale di Molfetta sino al XVIII secolo quando fu dedicata la Cattedrale di Santa Maria Assunta.

Molfetta- Duomo Vecchio, XII secolo

La Cattedrale

La Cattedrale, uno dei monumenti importanti di Molfetta, ha avuto una storia travagliata legata alle vicende storiche dei suoi fondatori, i gesuiti di Sant'Ignazio di Loyola. I gesuiti erano arrivati a Molfetta nel 1615 e vi avevano fondato un collegio a cui era annessa una chiesa; il collegio e la chiesa furono chiusi nel 1767 quando fu soppresso l'ordine dei gesuiti e mentre il collegio divenne un oratorio affidato alla Confraternita di Maria SS. Della Visitazione istituita dopo lo scioglimento della Congregazione Mariana degli Artigiani patrocinata dai gesuiti, la chiesa invece rimase a lungo abbandonata, almeno fino a quando il Vescovo riuscì ad ottenere dal governo borbonico di poterla riaprire dedicandola a Santa Maria Assunta.

Molfetta – Facciata della Cattedrale di Santa Maria Assunta

La cattedrale, per la vicenda descritta, è stata costruita nell'arco di un secolo e mezzo e la sua facciata in stile barocco e rivestita in pietra a salienti di lesene verticali , al centro c'è il portale sovrastato da una finestra entrambi incorniciati in un arco a tutto sesto. La parte superiore della facciata è caratterizzata da una finta finestra da cui si mostra una statua di Sant'Ignazio di Loyola.
L'interno della chiesa è a croce latina con la volta a botte in cui parte delle lunette sono affrescate. All'interno vi sono alcune opere d'arte ma soprattutto nella Cattedrale è conservata la reliquia di San Corrado di Baviera, il patrono di Molfetta che dal XII secolo protegge la città da epidemie e pericoli di assalti come nel 1529 quando apparve come difensore dalle truppe francesi. San Corrado fu monaco cistercense ma era nato dalla famiglia regnante di Baviera ed era zio di Federico Barbarossa; doveva divenire il referente della chiesa germanica ma sin da giovane preferì la vita monastica e con l'approvazione di Bernardo di Chiaravalle inziò un viaggio per andare a fondare un monastero in Palestina. Il viaggio lo portò in Puglia, a visitare i Santuari di S. Michele sul Gargano e di S. Nicola a Bari, luoghi dove si fermavano tutti i pellegrini diretti in Palestina prima di imbarcarsi; ma si ammalò e fu ospitato dalla comunità benedettina di S. Maria ad Cryptam vicino a Bari. Qui visse in meditazione ed eremitaggio l'ultimo periodo della sua vita; alla morte nel 1126 il suo corpo fu inumato nella cappella della comunità benedettina che divenne meta di pellegrinaggi fino a quando nel 1309 il popolo di Molfetta si approprio dei suoi resti che vennero portati nella cripta del Duomo. Il corpo del Santo fu traslato nella Cattedrale solo 1785.

Statua reliquiario di San Corrado di Baviera – Cattedrale di Molfetta

Il corpo di San Corrado, conservato in una teca di argento e cristallo, si trova nella cappella dei SS Pietro e Paolo, mentre le due reliquie, quella del cranio conservata in un busto d'argento con le fattezze del santo, e quella della terza vertebra cervicale che veniva portata per l'estrema unzione presso i moribondi, sono conservate in cassaforte.

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