Itinerario dei Castelli Svevi

Itinerario dei Castelli di Federico II

A Federico II si deve la costruzione della linea difensiva del regno degli Svevi in Italia con la costruzione di roccaforti in tutto il territorio sotto il suo dominio, ma fu soprattutto in Puglia che costruì i più belli ed a Castel del Monte in cui realizzò un vero, quanto enigmatico, gioiello dell'architettura.
Federico II aveva ereditato dalla madre Costanza d'Altavilla la Sicilia e molti territori dalla Calabria(allora denominata ancora Brutium come in età romana) a Capua nonché le terre di Puglia dove i suoi antenati Normanni, arrivati in quelle terre intorno all'anno Mille, avevano costruito i primi castelli per difendersi dai bizantini e poi dai saraceni.
Alcuni storici raccontano di Federico che trovando rivoltose le città soggette, egli volle frenarle con gli espedienti dei tiranni: le fortezze. Alcuni di questi castelli furono costruiti ex novo ma altri erano fortezze sveve che furono potenziate; la scelta dei siti delle nuove fortificazioni da parte di Federico II ha fortemente influenzato il carattere delle città dove furono costruiti tanto che ancora oggi il “Castello Federiciano” è il simbolo di molte città. Come in tutte le sue cose Federico fu un attento programmatore e pragmatico realizzatore; per mettere mano a questo sistema di difesa emanò nel 1241 lo “Statutum de reparatione castrorum” in cui venivano indicate ben 111 fortificazioni che dovevano essere restaurate o costruite nei territori dell'antico Ducato di Apuliae.
Il sistema difensivo voluto da Federico II comprendeva città fortificate come Arpi, masserie fortificate, fortilizi ma anche castelli e tra questi i più importanti sono i castelli di Lucera, Melfi, Castel del Monte, Bari, Barletta, Trani, Gioia del Colle, Oria e Brindisi; tutti questi, ad eccezione di Castel del Monte costruito ex novo, erano fortificazioni già in uso dalla dominazione normanna ma che egli decise di ristrutturare ed ampliare. In ogni città sotto il suo dominio il re volle avere una residenza o un palazzo fortificato. Federico non riuscì a completare il suo progetto la cui realizzazione è dovuta anche a suo figlio Manfredi ed a Corrado IV.
Era stato il normanno Roberto il Guiscardo, per una precisa strategia militare e politica, ad avviare l'incastellamento delle città che aveva conquistato. Dopo essere stati cavalieri al soldo dei diversi pretendenti feudatari, i normanni compresero che potevano ritagliarsi un dominio nelle terre del meridione d'Italia ma per farlo dovevano tenere stabilmente sotto il loro controllo le città che andavano espugnando; a Roberto il Guiscardo l'incastellamento parve la soluzione perfetta per controllare le città “sine rege et sine lege agentes”, ovvero senza dover sottostare a nessuna altra autorità.
L'itinerario dei castelli di Federico II deve necessariamente partire da Foggia perché qui l'imperatore svevo aveva deciso di avere la sua capitale costruendo il suo Palazzo di cui, per una sorta di damnatio memoriae decisa dalle popolazioni assoggettate e dai successivi dominatori della città, dagli Angioini ai Borboni, rimane ben poco.

Palatium Federiciano di Foggia

Portale di Federico II, vestigia dell'antico Palatium Federiciano – Foggia

La Capitanata del XIII secolo era una terra molto diversa da quella di oggi; nella sua biografia di Federico II Eberhard Horst sottolinea come fosse una terra ricca di boschi, fiumi e laghi abitati da cervi e caprioli, orsi e cinghiali e che il territorio era coperto di foreste di querce, faggi, frassini ed olmi molto simile alla Foresta Umbra della Daunia .
Federico II amava in modo particolare la Capitanata e quando decise di far costruire a Foggia il suo palazzo, diede l'incarico di realizzarlo a Bartolomeo da Foggia ed il suo nome e l'incarico che gli diede l'imperatore di proto magister o praeceptus secondo altri, è presente nell'epigrafe sotto l'archivolto del Portale di Federico che è quanto resta del palazzo federiciano:

Iscrizione prima presente sul palatium di Federico II
Sic Cesar fieri iussit opus istu[d] p(...)to Bartholomeus sic construxit illud [...]

Federico voleva avere nell'antica Foie non solo una residenza o un sito deliciarum ma un vero e proprio centro politico, un centro ideale per il suo vasto dominio che andava dalla Sicilia alla Germania.

Posizione del Palazzo di Federico II, Mappa di Foggia del 1552

Scelse una posizione non distante dalla Cattedrale della Madonna dei Sette Veli ed i lavori di costruzione iniziarono nel 1222. Per dare al palazzo solide e possenti fondamenta quadrate Federico dispose che fossero abbattute le mura preesistenti così da poter avere palatium unum in platea.
La prima preoccupazione fu quella di costruire un valido sistema di difesa della città erigendo delle torri di avvistamento lungo una nuova cinta muraria all'interno delle quali doveva essere il suo palazzo.

Foto d'epoca – Palazzo della Pianara, volte a crociera della corte interna – Per concessione: Amaraterra.blogspot.it

Ricostruire le dimensioni del Palazzo è difficile ma si dice che Porta Arpi doveva essere la porta d'entrata, si estendeva per tutto il Piano delle Croci poi conosciuto come Piano delle Fosse granare.
Anche nel Palatium come in altre residenze federiciane fu creato un collegamento con un'ampia zona dove scorrevano le acque, una peschiera per emulare i palazzi di Palermo che i Normanni avevano ereditato dai Saraceni e dove l'imperatore era cresciuto; di quello che doveva essere un luogo di delizie ora a Foggia rimane solo la citazione nella Via Pescheria che costeggia la piazza del Purgatorio dove forse si apriva uno dei cortili del Palazzo di Federico.

Portale del Palazzo Federiciano inglobato nel muro del conservatorio Umberto Giordano di Foggia

Il Palazzo di Foggia ospitò importanti eventi: nella Pasqua del 1230 Federico vi ricevette il Papa. Ancora nel XIX era possibile ammirare quanto rimaneva del Palazzo di Federico II, conosciuto anche come Palazzo della Pianara.
Oggi dell'antico Palazzo resta solo questo portale che si trova murato in Palazzo Arpi, sede del Conservatorio Musicale “Umberto Giordano”a Foggia.Il portale in chiaro stile rinascimentale apparteneva ad un degli ingressi posteriori di Palazzo della Pianara o Janara.

Castello di Lucera

Castello di Lucera

A 18 km da Foggia si trova Lucera che Federico II visitò per la prima volta nel 1221 quando la città ed il suo territorio avevano perso molta dell'importanza che aveva al tempo dei primi conquistatori Normanni; dopo essere stata sotto il controllo del Conte di Lecce era tornata ad essere città demaniale nella seconda metà del XII secolo e quindi territorio di Federico.
La posizione dominante, su un terrapieno a 240 metri sul livello del mare, e centrale tra il Gargano, il Tavoliere ed il subappennino Dauno la rendevano un sito strategico dal punto di vista militare come già era stata considerata dai normanni che vi avevano realizzato un castello fortificato.
Per questa città dalla posizione invidiabile Federico aveva un progetto grandioso, sarebbe diventata la fortezza-caserma della sua guardia personale formata da mercenari saraceni. A Lucera Federico fece deportare a partire dal 1222-23 circa 20.000 musulmani dalle città siciliane per riportare la pace nell'isola e fu così che Lucera, dopo che furono cacciati il Vescovo ed i pochi cristiani, divenne “saracena”. Federico II diede a questa comunità ampia autonomia; aveva il suo capo ed i suoi magistrati e per tutelare la condizione di enclave i saraceni costruirono attorno alla rocca dei Normanni un cinta muraria a protezione del loro palazzo e della comunità. I saraceni ricambiavano Federico con il pagamento di una tassa individuale ma anche fornendo una milizia temibile, gli arcieri che furono il nucleo permanente dell'esercito imperiale. L'imperatore si fidava di questi suoi sudditi al punto che erano questi a costituire la sua guardia del corpo, le sole che non lo avrebbero mai tradito per obbedire al Papa.
Per la città di Lucera il programma di Federico comportò un forte cambiamento prima socio-demografico e poi urbanistico tanto che al suo tempo era anche chiamata Lucera Saracenorum.
La costruzione della Fortezza di Lucera impegnò le maestranze per alcuni anni ed ancora nel 1233 si stavano realizzando fabbricati per costruire i quali si utilizzarono materiali spoliando alcune chiese, fatto questo che provocò la reazione di Papa Gregorio IX che scrisse a Federico rimproverandolo.

Lucera – Palazzo Federiciano 1786

Dopo la sconfitta subita a Benevento nel 1266 da Manfredi, figlio di Federico, il vincitore Roberto D'Angiò riuscì a riprendere Lucera controllata dai saraceni fedeli agli Svevi e fece costruire una cittadella fortificata inglobando il Palatium federiciano.
Nel terremoto del 1456 la fortezza ebbe gravi dissesti che la resero inabitabile e quindi fu abbandonata e da allora iniziarono i furti dei materiali pregiati ed infine usata come cava di materiali, nel XVIII secolo per la costruzione del Palazzo del Tribunale senza contare gli atti di vandalismo che si sono protratti sino al XX secolo quando è stato restaurato.

Castello di Melfi

Castello normanno-svevo di Melfi

La città di Melfi è oggi parte della Basilicata e ricade nella provincia di Potenza, ma in realtà non è molto distante da Lucera e comunque la collina su cui si trova domina le Murge, su questa collina sorge uno dei castelli di Federico II segno di una continuità territoriale che supera le attuali divisioni amministrative.
Il castello è un complesso nato da fortificazioni che appartengono a momenti diversi. Fu voluto da Roberto il Guiscardo ed il suo impianto originario era a base rettangolare con quattro torrioni di cui tre si conservano nella struttura attuale. La sua posizione ne fa una fortificazione imprendibile e qui i bizantini avevano posto la sede dei mercenari normanni che avevano combattuti in Sicilia, ma già nel 1059 i cavalieri normanni ne avevano fatto la roccaforte da cui partirono per conquistare la Puglia.

Papa Niccolò II incorona a Melfi Roberto il Guiscardo duca di Puglia, Calabria e Sicilia

Nello stesso anno, a Melfi Roberto il Guiscardo fu nominato Duca di Puglia e di Calabria durante il primo concilio dei cinque che vi si tennero. Nel 1089 Papa Urbano II vi bandì la I Crociata.
Dal Castello di Melfi Federico II enunciò la Costituzione di Melfi; aveva passato l'estate del 1231, dal 26 maggio al 10 settembre, nel nuovo castello e oltre che dedicarsi alla caccia con i falchi, aveva avuto modo di riflettere e discutere sulle Constitutiones, le nuove regole per l'amministrazione del Regno di Sicilia, che aveva incaricato di elaborare a Pier delle Vigne e Jacopo da Capua.

Castello di Melfi, Baluardo del lione con nello spigolo in alto il supposto nido dell'aquila Imperiale di Federico II

Federico II restaurò ed ampliò il castello che presenta oggi una pianta irregolare e con otto torri di cui cinque a pianta quadrata e tre a pianta poligonale, una di questa é la torre ad ovest chiamata Baluardo del lione posta a guardia di quello che fino all'età angioina eral'ingresso principale del caastello. Sulla torre quasi in cima dello spigolo frontale c'è una sporgenza triangolare che ricorda un nido e, secondo una leggenda, sarebbe stato il nido dell'aquila imperiale di Federico.

Castello del Monte

Veduta di Castel del Monte – Andria

A pochi chilometri dal mare, su un'altura di 540 metri slm, Federico II fece costruire uno dei castelli fortificati più belli del mondo ed oggi patrimonio dell'Unesco.
Nel XV secolo il castello già sorgeva isolato ed inutilizzato al centro del Bosco di Ruvo così come appare nell'Atlante delle locazioni della Dogana delle pecore.

Atlante delle Locazioni della Dogana delle pecore: Locatione de Andria, Castello del Monte, sec. XV

Costruito nella prima metà del XIII secolo, oggi sorge isolato su una delle alture delle Murge; in origine era chiamato Castello di Santa Maria del Monte perché posto vicino all'antica Abbazia benedettina poi distrutta.
A volerlo fu sicuramente Federico II ed infatti la sua costruzione iniziò nel 1240 per terminare nel 1250, anno in cui l'imperatore svevo morì, ragione per cui molti ritengono che in realtà lui non vi abbia mai soggiornato. La data di inizio della costruzione è fissata al 29 gennaio 1240 quando Federico diede l'ordine al Giustiziere di Capitanata, Riccardo di Montefuscolo, di accantonare presso la Chiesa di Santa Maria i materiali necessari per avviare la costruzione mentre venivano chiamate a lavorarvi le maestranze che i cistercensi avevano ingaggiato per costruire le loro chiese.
Molti sono gli enigmi legati alla costruzione del castello iniziando dalla sua struttura e dalle sue otto torri che ricordano il significato simbolico che nel Medioevo veniva attribuito all'ottagono. Era considerata la figura dove si incontravano la perfezione umana rappresentata dal quadrato e quella divina rappresentata dal cerchio e, quindi, immagine del vero Dio e del vero Uomo.
Gli studiosi continuano a fare ipotesi sulla funzione che doveva avere il castello, da bastione per la difesa del territorio a castello di caccia ma anche più intriganti ipotesi di luoghi per misteriosi riti esoterici. Ma ancora: osservatorio astronomico, luogo per il Santo Graal, rifugio dei Templari e, non ultimo, hammam per la cura del corpo; tutte queste probabili funzioni del Castello sono strettamente connesse alla poliedrica personalità di Federico II.
Ciò che è certo è l'atipicità come fortezza militare, infatti a Castel del Monte non c'è e non c'è mai stato un fossato né il ponte levatoio, tipici baluardi di difesa di una fortezza.

Castel del Monte – Andria

Tutte le ipotesi , dalle più favolistiche e quelle più intriganti, sulla ragione per cui Federico II volle costruire Castel del Monte devono fare i conti con la realtà del territorio nel XIII secolo. Date la posizione, come collegamento tra la via Appia e la Via Traiana, ed il carattere boschivo del territorio Castel del Monte doveva essere una fortezza nel sistema difensivo territoriale ma al contempo una dimora residenziale visto che nei suoi dintorni si poteva praticare la caccia.
La storia documentata di Castel del Monte racconta invece come per la dinastia Sveva si sia trasformato in una prigione; ben quattro dei nipoti di Federico II furono tenuti prigionieri nel castello da Carlo I d'Angiò dopo che ebbe sconfitto Manfredi a Benevento. Erano ancora bambini quando i figli di Manfredi nel 1266 Enrico, Federico ed Enzo furono rinchiusi nella fortezza, vi rimasero per 27 anni; Carlo d'Angiò vi rinchiuse anche Riccardo Conte di Caserta anche lui nipote di Federico in quanto la madre Violanta era sua figlia naturale.
Abbandonato per un lungo tempo nel XIX secolo Castel del Monte fu acquistato dallo Stato Italiano per la somma di Lit. 25.000.000.

Castello Svevo di Bari

Castello Svevo Normanno di Bari

Il Castello sorge su una fortificazione voluta da Ruggero d'Altavilla e realizzata nel 1131, subì dei gravi danni durante l'incursione di Guglielmo il Malo, così che Federico ne poté utilizzare l'impianto,la cinta esterna e le torri.
Il simbolo di Federico II – un'aquila che stringe un piccolo leone tra gli artigli – si trova scolpito sull'archivolto del portale.
Secondo una leggenda qui l'imperatore ospitò anche San Francesco d'Assisi in procinto di partire per la Terrasanta.
Nel XVI secolo durante la dominazione degli spagnoli fu costruita la seconda cinta muraria, delimitata da un ampio fossato, con i bastioni che lo difendevano dall'entroterra mentre il lato nord verso il mare era protetto solo da un alto muraglione. La costruzione della seconda cinta si rese necessaria per l'introduzione delle armi da fuoco Anche la parte fu interna fu migliorata e nel cortile interno fu aggiunta la doppia scalinata; qui abitò Isabella d'Aragona e poi i sua figlia Bona Sforza che ne fecero la sede della loro corte dove erano ospitati letterati ed artisti.

Gipsoteca del Castello Svevo di Bari

Il castello in due sale al pianterreno ospita una gipsoteca, ovvero una collezione di modelli in gesso custoditi qui dal 1957 che erano stati realizzati in occasione dell'Esposizione Universale di Roma del 1911 per l'allestimento del Padiglione della Puglia. Si tratta di riproduzioni di capitelli, decorazioni scultoree, portali, archivolti dei più rappresentativi monumenti religiosi e civili di Puglia e risalenti ai secoli che vanno dal XII al XVI.
Nel Castello vi è anche un'altra mostra permanente che racconta tramite pannelli e fotografie la sua storia.

Castello di Barletta

Barletta – Castello XII-XIV secolo

Furono i Normanni che per primi costruirono delle fortificazioni intorno la città Barletta; la loro tecnica di conquista prevedeva di proteggere i territori da cui lanciare le successive offensive di nuove città: Barletta nel 1046 divenne il caposaldo da cui Pietro il Normanno partì alla conquista di Trani. Federico II realizzò una profonda trasformazione della fortificazione all'interno della quale realizzò la sua domus, la residenza privata che, dopo accurati restauri, è oggi sede della Biblioteca Comunale. Proprio nel Castello di Barletta, prima di partire per la Terza Crociata, Federico II proclamò re suo figlio.

Castello di Trani

Castello Svevo di Trani, 1233 – Trani

Questo castello costruito durante il dominio normanno fu fortemente rimaneggiato da Federico II che ne aveva valutato l'importanza all'interno del suo sistema di difesa. Il castello fu concepito per sfruttare al meglio i vantaggi difensivi che offriva la natura del sito; i lavori iniziarono nel 1233 e finirono nel 1249.


Castello di Gioia del Colle

Castello Svevo-Normanno di Gioia del Colle

Posta su un'altura Federico trovò già una fortificazione che risaliva nella sua prima costruzione alla dominazione bizantina; nel V secolo era solo un recinto fortificato che veniva utilizzato dalla popolazione per proteggersi dalle incursioni durante le guerre gotiche.

Castello di Gioia del Colle – Cortile interno

Il recinto, che corrisponde all'attuale ala destra del castello, era realizzato in pietra calcarea e carparo rosso e a ridosso delle mura si apriva in uno spiazzo che corrisponde oggi a Piazza Martiri del 1799.
Furono i Normanni a realizzare il primo ampliamento, l'intervento risale al 1087 ad opera del Siniscalco di nome Riccardo che aggiunse all'interno del recinto una residenza, fortificò il muro e fece realizzare una torre di avvistamento a sud-ovest, quella che adesso è chiamata Torre de' Rossi.
Dopo averlo ricostruito Federico II lo fece diventare la prigione di Bianca Lancia, la donna che amò tutta la vita e che fu madre di Manfredi, perchè la riteneva colpevole di infedeltà.

Castello di Oria

Castello di Oria: a) Veduta, b) Piazza d'armi – Oria, Brindisi

Secondo Erodoto la città di Oria fu fondata nel XII secolo a.C. da un gruppo di cretesi che naufragarono sulle spiagge ioniche, anche se probabilmente essi in realtà si integrarono con i Messapi una popolazione autoctona. Sul colle più alto della città, il Monte Vaglio (160 m.), già i Messapi avevano la loro acropoli, poi durante l'alto medioevo fu realizzata una rima fortificazione da parte dei Normanni.
Alcune informazioni sulla fortificazione di Oria in età normanna è fornita dall'opera del geografo del XII secolo Guidone che descrive: Ories, in qua reliquiae sanctorum martirum Crisanti e Dariae sunt testimoniando l'esistenza già prima dell'intervento di Federico della piccola basilica ipogea dedicata a SS Crisanti e Daria e che ora si trova sul lato sud orientale del cortile del castello.
Secondo la tradizione questo castello fu ampliato e fortificato da Federico II in vista delle sue nozze con Jolanda di Brienne, figlia del Re di Gerusalemme, avvenute nel 1225 a Brindisi. Nel castello ristrutturato si svolsero i festeggiamenti e furono ospitati molti degli invitati. La parte più antica del castello secondo a tradizione locale dovrebbe essere la Chiesa dei Santi Crisante e Daria, risalente al IX secolo, mentre di età normanna è la torre quadrata di sud-ovest detta anche dello Sperone; Federico fece costruire tra il 1221 ed il 1225 la cinta muraria e le due torri cilindriche chiamate del Salto e del Cavaliere.

Castello di Oria, Torri del Salto e del Cavaliere – Oria, Brindisi

Ha una forma atipica dovuta al conformarsi all'andamento del colle, quasi un triangolo isoscele con laa base sul lato sud ed il vertice verso nord con una poetica somiglianza ad un “vascello natante nell'aria con la prora a tramontana”.
In una sala del maschio svevo è stata esposta la Collezione Martini-Carissimo; numerosi sono i reperti archeologici della civiltà messapica, dal VI al III secolo a.C. a cui si aggiungono diversi frammenti architettonici di epoca romana e medievale. di monete ed oggetti di bronzo, tra gli altri, mobili, armi, monete.

Castello di Brindisi

Castello Svevo-Normanno di Brindisi

Nel 1227 Federico II decise di costruire un castello fortificato nel feudo di Brindisi. Nell'area che si trovava tra l'approdo e l'entroterra già i normanni avevano costruito un complesso fortificato conosciuto come “castello antico”; la zona è ancora conosciuta con il nome di “Cittadella” e della costruzione del XI secolo che gli abitanti utilizzavano come rifugio ed estrema difesa, si potevano ancora vedere parte delle mura ed i fossati ancora nel XVII secolo.
La fortezza aveva lo scopo non solo di baluardo per la città, ma anche di residenza fortificato di Federico in una città che mal sopportava il dominio svevo dopo che Enrico VI aveva fatto uccidere Margarito, generale che era rimasto fedele al Duca Tancredi che aveva usurpato il trono di Sicilia. Eppure fu proprio Federico II che la trasformò in una grande ed importante città. Nel 1226 Federico II si fece promotore della VI Crociata e fece di Brindisi il luogo di riunione delle armate. Quando nel 1496 Venezia ebbe il dominio su Brindisi, Priamo Contarini inviato dal Doge per fare l'inventario delle costruzioni della città definì il castello voluto da Federico bello e fortissimo, che domina la città e gli altri castelli.

Bibliografia:
Benedetto Biagi: Foggia Imperiale. Raccolta di Studi Foggiani, Foggia 1933

DOVE SOGGIORNARE

Vedi prezzi e disponibilità last minute per i prossimi fine settimana