Cattedrale di San Sabino
La città di Bari è stata sede episcopale sin dal V secolo ed il primo vescovo di cui ci sono testimonianze è Concordio che aveva la sua Cattedra nella chiesa al centro della città. Di questa prima Cattedrale non sono rimaste tracce perchè la prima testimonianza che è stato possibile ritrovare risale al secolo VIII quando era vescovo Andrea il cui nome è stato ritrovato su alcuni mosaici pavimentali; questa cattedrale sembra sia stata distrutta nel IX o X secolo ma gli storici ed esperti d'arte ritengono che l'ambiente ipogeo dell'attuale cattedrale sia proprio da far risalire alla chiesa alto medievale.
L'edificio dovrebbe risalire al VII-VIII secolo e ben presto divenne sede della cattedra vescovile di Bari-Bitonto perchè nel 844 qui si rifugiò il vescovo di Canosa, Angelario - mentre la città veniva distrutta dai saraceni - portando con sé le reliquie di San Rufino, San Memore e San Sabino. Di fronte a questi eventi il papa Sergio II formalizzò la situazione di fatto istituendo l'arcidiocesi di Bari e Canosa.
L'arrivo del vescovo a Bari e lo spostamento della cattedra fu un evento che favorì il progressivo distacco di Bari dalla chiesa di Costantinopoli. Bari infatti era sotto il controllo prima degli strategoi e poi dei catapani che sostenevano la chiesa di Bisanzio e favorivano la liturgia ortodossa.
I saraceni conquistarono comunque Bari nel 847 e per tutti i soldati che si trovavano in città e per tentare di diffondere la loro religione trasformarono la chiesa principale in una moschea, proprio così la cattedrale di Bari dal 847 al 871 fu usata come luogo di culto islamico. Le tracce di questa pagina della storia della cattedrale sono visibili Lungo i muri esterni dove su lastre in proto maiolica importata dal Maghreb possono notarsi delle croci realizzate.
All'inizio del XI secolo la Universitas barese dovette rivendicare il sito dove era costruito il suo più antico luogo di culto e così sopra le fondamenta della chiesa paleocristiana bel 1034 si iniziò a costruire la nuova cattedrale.
Nel conflitto di potere tra Roma e Bisanzio, la cattedrale di Bari ebbe un ruolo importante e nel XI secolo vi si tennero anche i due sinodi vescovili conosciuti come Concilii di Bari. Il primo nel 1064 si tenne nella cattedrale appena terminata e fu presieduto dal vescovo Arnoldo da Cosenza. Gli storici ritengono che si trattò di una riunione “politica” nel senso della scelta di avallare o osteggiare il dominio dei cavalieri normanni, una scelta che significava anche scelta di parte tra papa e antipapa, tra Alessandro II e Onorio II ma che ebbe il suo epilogo un anno dopo nel Concilio di Mantova che decretò il riconoscimento di Alessandro II e dei Normanni come nuovi signori delle terre a sud di Roma. Per quanto riguarda Bari è certo che il suo clero era contro i Normanni ed addirittura l'arcivescovo Andrea andò a Bisanzio per richiedere l'intervento dell'imperatore Costantino X Ducas che non potè ascoltarlo impegnato a contenere i Turchi Selgiuchidi. Bari divenne normanna nel 1084 quando dopo tre anni d'assedio Roberto il Guiscardo riuscì a prenderla e favorì la successione del fedele Vescovo Ursone alla cattedra di Bari.
Molto più importante fu il Concilio di Bari del 1098 che venne presieduto da Papa Urbano II; nell'ottobre si riunirono nella cattedrale vescovi di rito bizantino e di rito latino per discutere il riavvicinamento della due chiese ma la sede questa volta fu la Basilica di San Nicola dove l'Abate Elia si preoccupò di concludere i lavori della chiesa ipogea proprio per ospitare il concilio.
La costruzione della Basilica di San Nicola comportò una significativa perdita di importanza per la cattedrale dedicata a San Sabino anche perchè il popolo la identificava come chiesa dei dominatori bizantini.
La chiesa per lungo tempo fu dedicata la Vergine Odegitria che era raffigurata su un'icona proveniente da Costantinopoli e che si diceva dipinta dalle mani di San Luca. L'icona venne portata a Bari nel VIII secolo da due monaci basiliani che volevano salvare l'immagine dalla distruzione iconoclastica dell'imperatore Leone III Isaurico. L'avversione alle immagini sacre dell'imperatore di Costantinopoli aveva una ragione politica più che religiosa, infatti sulle immagine sacre e sulla leggenda che fossero state dipinte da mani non umane fondava il proprio potere la chiesa di Costantinopoli intaccando così l'immagine dell'imperatore che finiva con il perdere l' imprimatur divino del suo dominio.
Si ritiene che la tavola provenisse dalla chiesa di Via Odilonica (detta anche Retta Via) a Costantinopoli e proprio dal sito dove si trovava originariamente avrebbe preso il nome l'icona il cui significato è “Vergine che indica la retta via”, a cui furono poi dati significati simbolici dove la Retta Via era quella del cielo e della vita secondo la dottrina cristiana.
L'icona era custodita nella cripta risalente all'età bizantina anche quando Guglielmo il Malo rase al suolo nel 1156 la chiesa con il resto della città, salvando solo la Basilica di San Nicola, per punire i baresi che avevano appoggiato i bizantini. Cosa accadde all'icona del VIII secolo non si sa ma quando nell'ottobre del 1292 venne dedicata la chiesa, che era stata ricostruita sullo stesso sito, un'altra immagine della vergine di chiara impronta bizantina ritornò sull'altare a lei dedicato.
Probabilmente si salvò come i portali che si possono ammirare ancora posti nella facciata e nei due fianchi perchè come hanno rilevati alcuni studiosi neanche il Malo osò distruggere una cattedrale che … era portatrice di simboli tali da non poter essere ignorati neanche dal più malvagio tra i sovrani della cristianità
(F. Abbate). Il culto per la Vergine Odegitria è uno dei più diffusi sin dal medioevo ed ancora nel XVII secolo venivano commissionate opere che ne rappresentavano la leggenda cristiana come quella che realizzò il Guercino nel 1653 che ritraeva San Luca mentre dipingeva l'icona.
Il culto di San Sabino nacque nel VII secolo e secondo gli studiosi per l'opera di Teodorada, la principessa longobarda moglie di Romualdo che aveva fatto costruire una chiesa sopra la tomba del santo, chiesa che divenne metà di pellegrinaggi quando si diffusero le notizie dei suoi miracoli.
San Sabino fu un uomo di chiesa. Vescovo di Canosium presumibilmente dal 514 al 566, che vicino alla morte ebbe la visione della distruzione di Canosa da parte dei Longobardi di Alboino. IL suo culto è strettamente legato alla conversione dei longobardi al cattolicesimo.
IL 29 novembre del 1613 crollò la torre della cattedrale che solo 3 anni più tardi sarà ricostruita a spese della città.
Una delle cose meravigliose che la Cattedrale riserva è lo spettacolo del solstizio d'estate quando alle 17,10 (ore legale) del 21 giugno di ogni anno i raggi del sole dopo aver illuminato il grande rosone della facciata vano ad infrangersi nel corrispondente rosone in marmo che si trova sul pavimento nella navata centrale.