Gli antichi rossi della Terra di Bari

Mar.Ta – Rappresentazione di Baccante con grappoli d'uva

Sin dall'antichità nei territori a nord di Bari e fino alle propaggini meridionali dei monti della Daunia era diffusa la coltivazione delle vita, qui dai vitigni che secondo la leggenda portarono gli eroi di Troia venivano prodotti gli antichi vini rossi di Puglia.
I romani chiamavano “merum” il vino che si produceva in Puglia per sottolinearne l'ottima qualità e non solo per merito dei vitigni ma anche delle tecniche che i coloni greci avevano affinato a partire dall'VIII sec a.C.

Produzione vino rosso di Puglia

Quando la Puglia era detta Japigia e tre popoli si dividevano il suo territorio tre erano i vitigni che venivano coltivati: a nord nella Daunia si coltivava il Nero di Troia, i Peucezi al centro coltivavano il Primitivo ed infine il sud messapico era la terra del Negramaro. Nei secoli poi nelle terre a ridosso dell'Appennino fu introdotto anche l'Aglianico che, come rivela il suo nome corruzione di ellenico, era stato introdotto in Campania dai coloni greci. Da queste viti per secoli è stata raccolta l'uva da cui si producevano dei vini che ancora oggi incontrano il gusto dei consumatori e che per le loro caratteristiche alla degustazione sono denominati Antichi Rossi.
In Terra di Bari la strada degli Antichi Rossi corre tra le terre delle masserie di Barletta, Canosa, Cerignola, Carapelle, Ortanova, Stornara e Stornarella.
I vigneti certificati si sviluppano nell'ambito del territorio delimitato dai disciplinari di produzione dei vini a Denominazione di Origine Controllata Rosso Barletta, Rosso Castel del Monte, Rosso Cerignola e Rosso Ortanova.



Terra di Bari – a)Vitigno Nero di Troia DOC; b) area di produzione DOC Rosso Barletta – Fonte: Assovini

Vino DOC Rosso Barletta

Probabilmente il vino che più d'ogni altro merita l'appellativo di Antico Rosso di Puglia è proprio il Barletta DOC perché non solo il mito assegna a Diomede il merito di aver portato questo vitigno sul litorale dell'antica Apulia, dove approdò alla ricerca di nuove avventure dopo la fine della guerra di Troia, ma è anche storicamente accertata la preferenza di Federico II per il vino che se ne ricava.
Le uve con cui produrre il vino “Barletta” devono provenire solo dall'intero territorio di Barletta ed in parte di quello di Andria e Trani (nella provincia di BAT), nonché nell'intero territorio di San Ferdinando e Trinitapoli. In queste terre costiere il vitigno del “Nero di Troia” veniva coltivato già dai romani con la tecnica denominata “Humilis sine adminculo” conosciuto anche come alberello pugliese ed utilizzata almeno fino all'inizio del secolo scorso:”il sesto di un metro per un metro, la potatura a due speroni con due gemme e il pampinaio e una produzione media di 50 - 70 ql/ha, con picchi di quasi 100 q.li/ha”.
Per il Nero di Troia che ha anche la certificazione IGP (indicazione geografica protetta) sono riconosciuti 1800 ettari che corrispondono alla caratteristiche richieste dal Disciplinare.



Terra di Bari – a)Vitigno Aglianico; b) area di produzione DOC Rosso Castel del Monte – Fonte: Assovini

Vino DOC Rosso Castel del Monte

Fino al novembre 2011 questo vino aveva un'altra denominazione ovvero “Rosso Canosa” e si riferiva alla produzione di una delle zone più importanti sin dai tempi arcaici per la coltivazione della vite.
L'area geografica prevista dal disciplinare è quella delle colline delle Murge ricadente nei comuni di Minervino Murge e parte di quello di Andria, di Canosa di Puglia e di Trani in provincia di BAT, nonché di Bitonto, Corato, Palo del Colle, Ruvo di Puglia, Terlizzi, Toritto e l'enclave di d'Ameli di Bititto in provincia di Bari.

Castel del Monte, BAT – Vigneti di Aglianico

I vitigno più diffusi sono l'Aglianico ed il Nero di Troia da cui devono provenire il 100% delle uve impiegate per il Castel del Monte Rosso secco, abboccato, novello.
Le caratteristiche morfologiche dei terreni ed ancora di più il clima arido-secco sono i fattori che che determinano le qualità organolettiche dei vini.



Terra di Bari – a)Vitigno Sangiovese; b) area di produzione DOC Rosso Cerignola – Fonte: Assovini

Vino DOC Rosso Cerignola

Il disciplinare del Rosso di Cerignola consente l'uso di uve provenienti sia da vitigni tipici della terra pugliese come il Nero di Troia che deve essere almeno pari al 55% ed il Negramaro per cui l'utilizzo va dal 15% al 30% mentre per il restante 15% i possono usare uve prodotte nella stessa area geografica e provenienti da vitigni quali il Sangiovese, Barbera, Montepulciano, Malbeck e Trebbiano Toscano, da soli o congiuntamente.

Cerignola – Vigneti Rosso Cerignola

La zona di produzione è quella delle colline foggiane del Tavoliere delle Puglie ricadente nei territori dei comuni di Cerignola, Stornara e Stornarella oltre l'area un'area interclusa nel comune di Ascoli Satriano. I vitigni sono impiantati in posizione collinare ad un'altitudine che va dai 60 ai 25 metri slm; il territorio è caratterizzato da una vasta pianura con coltivazioni sia erbacee che arboree ma anche vaste aree di macchia mediterranea che rimanda un'immagine del territorio come doveva essere nei tempi antichi.



Terra di Bari – a)Vitigno sangiovese; b) area di produzione DOC Rosso Ortanova – Fonte: Assovini

Vino DOC Rosso Ortanova

Sebbene è da supporre che già i greci ed i romani coltivassero la vite nel territorio di Ortanova, i primi riscontri si hanno in età medievale ed allora il consumo era solo a fini rituali e religiosi .Certamente il consumo di vino andò via via diffondendosi anche nella popolazione e inoltre è certo che fu uno dei vini preferiti di Federico II che fece entrare tutta l'area del demanio regio e vi fece costruire cinque masserie. Da allora il vino rosso di Ortanova ha mantenuto le sue caratteristiche per cui ha ottenuto il riconoscimento di vino DOC nel 1984.
Il disciplinare del DOC Rosso Ortanova prevede l'uso di uve raccolte da vitigni per il 60% di Sangiovese e per il restante 40% da uva di Troia, Montepulciano, Lambrusco Maestri e Trebbiano Toscano, da soli o congiuntamente, con l'avvertenza che le ultime due non possono rappresentare congiuntamente più del 10%. Una nota a parte merita l'una di Troia, conosciuta anche come “uva marina” perchè prodotta in particolare lungo la fascia immediatamente a ridosso della costa.
L'area geografica di produzione del Vino DOC Orta Nova si estende sulle colline foggiane situate nel Tavoliere delle Puglie,leggermente ventilate e ben esposte ai raggi del sole. Il disciplinare di produzione impone che le uve provengano da colture del comune di Orta Nova ed Ordona e dalle aree limitrofe che ricadono nei comuni di Ascoli Satriano, Carapelle, Foggia e Manfredonia.

Ogni anno nel mese di maggio si svolge l'evento Cantine Aperte durante il quale gli intenditori di degustazione ma anche gli appassionati possono entrare nelle cantine ammirare i vigneti e soprattutto degustare i grandi Rossi Antichi di Puglia.

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